Halloween è il giorno in cui racconti horror e leggende terrificanti attirano l’attenzione di grandi e piccoli. Che siate burberi alpinisti già chiusi in casa ad affilare le picche per la stagione invernale o appassionati di montagna pronti a festeggiare con i vostri amici, ecco a voi alcune storie tra realtà e leggenda che vi terranno compagnia nel sabato più terrificante dell’anno.
Il passo del diavolo
Iniziamo dalla storia più celebre nella cultura popolare degli ultimi tempi, la vicenda del passo Dyatlov, raccontata anche da un film del 2013, Il passo del diavolo.
La vicenda, realmente accaduta, si svolge nei monti Urali, una località decisamente remota nel centro della Russia, un gruppo di 9 sciatori parte per raggiungere una cima locale nel febbraio del 1959. Il gruppo doveva tornare a Vižaj il 12 febbraio, ma solo il 20 febbraio iniziarono le ricerche dato che ritardi, anche di qualche giorno, erano considerati abbastanza normali in una zona così remota.
Circa una settimana dopo viene ritrovata una tenda, all’apparenza squarciata dall’interno con una violenza sovraumana. A qualche centinaio di metri furono ritrovati i primi tre corpi, e più distanti, altri due, in questo caso, vestiti solo della biancheria intima e vicini a quelli che sembrano essere i resti di un fuoco. I quattro escursionisti restanti vennero ritrovati solo dopo oltre due mesi di ricerche.
Fino a qui potrebbe sembrare una tragica, ma non del tutto inusuale, spedizione finita male.
Alcuni dettagli però gettano un’ombra decisamente sinistra su questo avvenimento:
- i corpi furono rinvenuti quasi tutti senza vestiti o solo parzialmente vestiti con temperature che si aggiravano attorno ai -20 gradi
- alcuni dei cadaveri riportavano ferite che secondo un dottore locale, non potevano essere state inferte da altri esseri umani per la loro potenza
- un altro gruppo di escursionisti riferì di aver visto delle sfere arancioni muoversi nel cielo durante la notte.
Come per tutte gli “x-files” che si rispettino i documenti furono segretati e solo parzialmente rivelati al pubblico anni dopo. Varie spiegazioni scientifiche cercarono di spiegare i differenti aspetti di questa vicenda, senza però chiarire tutti i dubbi.
Lo spettro di Brocken
Non si contano le storie e i racconti che includono la presenza di “fantasmi” o “ombre grigie” in montagna.
Se da un lato di sicuro le fatiche compiute per salire le montagne possono portare ad allucinazioni dovute alla stanchezza e alla sete, c’è da considerare anche un effetto secondario che può produrre “fantasmi” molto realistici, lo spettro, o arco, di Brocken. Si tratta di un fenomeno osservabile in montagne circondate da nuvole o nebbia, su cui viene proiettata un’ombra che appare contornato da un grande cerchio luminoso.
Il paranormale però in questo caso non c’entra, si tratta infatti di un effetto provocato solo da particolari condizioni di sole e nebbia.
Gigiat
Passiamo ora a qualcosa di un po’ meno inquietante, anche se decisamente più vicino a casa.
Siamo in Val Masino, una meta amata da arrampicatori, trail runner, escursionisti e in generale da chi ama stare all’aperto e godere dei suoi incredibili panorami. In questa valle, leggende secolari, ci parlano di un animale mostruoso, dalle sembianze poco rassicuranti, a metà strada tra una grossa capra e un daino, ma con un folto pelo.
Come “abitante” della Val Masino, è abituato a scalare con disinvoltura le grandi pareti di questa zona e non disdegna qualche escursione sul Pizzo Badile. Fa un po’ da guardiano della valle, aiutando alpinisti in difficoltà ed escursionisti sperduti, ma al contempo è anche pronto a far sparire chi non rispetta il suo habitat.
Parliamo del Gigiat, creatura fantastica che anima racconti, fiabe e leggende di questa valle, ma, della cui esistenza esistono ben poche prove.