Cos’è un bivacco?
Innanzitutto facciamo chiarezza, per bivacco in italiano si intende sia una struttura dove trascorrere la notte, senza assistenza (altrimenti sarebbe un rifugio) sia una notte trascorsa in aperta natura senza il riparo di una struttura vera e propria, ma magari solo con una tenda, un sacco a pelo o, appunto, un sacco bivacco.
In questo articolo vedremo soprattutto le possibilità di dormire nei bivacchi “fissi” ovvero strutture in metallo, legno o muratura, aperte al pubblico, senza assistenza.
Passare una notte in montagna, in un bivacco, è parte dell’esperienza per molti alpinisti, escursionisti e in generale per gli amanti della montagna. I bivacchi nascono come rifugi di emergenza e anche per agevolare le ascese in vetta sulle più alte montagne delle Alpi. Tra i più famosi possiamo ricordare: il Bivacco Col de La Fourche, Il bivacco Eccles (nel gruppo del Bianco), il Bivacco Marinelli sul Monte Rosa e il bivacco Glockner sul Grossglockner.
Arnold Zimprich
I bivacchi inoltre sono parte della cultura di montagna, soprattutto sulle Alpi. Il loro allestimento varia molto e dipende anche da chi si prende cura del bivacco stesso, che sia il CAI, una sua sezione, altre associazioni o addirittura singoli privati.
Italia, il “paese dei bivacchi”
Tra tutte le nazioni alpine sicuramente l’Italia è quella con il maggior numero di bivacchi, sia in alta montagna, intesi come rifugi di emergenza sia più a valle come punti intermedi per escursioni di più giorni.
Franz Mösbauer
Rifugi-bivacchi.com, una vera guida completissima per tutta l’arco alpino e oltre, cita oltre 100 bivacchi solo in Italia. Ovviamente non tutti i bivacchi sono uguali. Alcuni sono dei semplicissimi “box” di lamiera, mentre altri sono costruzioni più robuste e confortevoli che a volte includono anche alcuni attrezzature, come coperte o il necessario per preparare da mangiare.
Austria e Germania hanno un numero molto minore di bivacchi e quasi tutti sono poco di più di un rifugio di emergenza.
Francia, Slovenia e Svizzera presentano caratteristiche simili, con i bivacchi presenti principalmente per fornire agli alpinisti un riparo o un punto di appoggio durante le salite.
Accesso ai bivacchi
Trattandosi di ripari d’emergenza in gran parte dei casi (anche se questo è cambiato con l’arrivo del Covid19) i bivacchi sono sempre aperti. E’ comunque meglio informarsi, sia su internet (tramite il già citato rifugi-bivacchi.com) che contattando la sede locale del CAI (Club Alpino Italiano) per capire se sono presenti limitazioni o se è necessario ritirare una chiave per avere accesso al bivacco.
Questo succede spesso quando il bivacco è più di un semplice “box” per dormire o ripararsi. In Germania e Austria il sito del locale club alpino (DAV) fornisce informazioni su quali bivacchi devono essere aperti con una speciale chiave “AV”.
In Svizzera il sito del SAC / CAS (club alpino svizzero) e schweizer-huetten.ch vi daranno tutte le informazioni necessarie.
Cosa si trova nei bivacchi?
Dipende molto dal tipo di bivacco… Più si sale di quota più il bivacco tende ad essere spartano, ma non mancano i casi in cui si trovano anche attrezzature per cucinare e coperte per la notte. Importante anche il numero di letti e di soluzioni per dormire. Di norma infatti non è possibile prenotare un bivacco, e ci si dovrà quindi stringere nel caso in cui gli occupanti siano di più dei posti letto disponibili. Educazione e senso pratico aiutano spesso a risolvere questi piccoli imprevisti trasformandoli in ricordi piacevoli anche dopo una notte scomoda.
Regole nell’uso dei bivacchi
Non ci sono regole scritte, ma ovviamente basta un po’ di senso civico per rendersi conto che i bivacchi restano dei luoghi vivibili solo se tutti ce ne prendiamo cura.
Evitate di usare ramponi al loro interno, non lasciate rifiuti di nessun tipo e pulite più il possibile il bivacco sia da segni di passaggio di altri alpinisti meno educati di voi che da piccoli problemi causati dalla natura. Chiudete con cura porte e finestre e se potete lasciate qualcosa (se il bivacco è sfornito) per chi arriverà dopo di voi. Prestate attenzione a quello che trovate nel bivacco, cibo e bevande potrebbero essere lì da molto tempo quindi prima di mettervi a tavola assicuratevi che sia tutto in buono stato.
Arnold Zimprich
In particolare controllate eventuali taniche d’acqua se già presenti ed evitate di utilizzare ciò di cui non siete sicuri.
L’acqua durante le progressioni in parete o lunghe escursioni è sempre un bene prezioso e, per quanto pesante, arrivate con una scorta sufficiente.
Vicino ai ghiacciai potrete comunque utilizzare un fornelletto da campo per sciogliere della neve che comunque non ha le stesse proprietà dell’acqua in bottiglia.
Una delle cose più utili che possiate fare è riportare eventuali danni (quando non riparabili da voi stessi) al CAI o al club alpino locale.
Altri consigli per una notte in bivacco
Le coordinate GPS di quasi ogni bivacco sono disponibili online. Soprattutto nel caso dei tour più “avventurosi” segnatevele per poter usufruire di questi bivacchi in caso di problemi o di meteo avverso.
Anche nel caso di escursioni più tranquille sapere di avere a poca distanza un bivacco può essere molto utile per non farsi cogliere di sorpresa da un repentino temporale estivo.
Infine, non dimenticate, i bivacchi sono, nella maggior parte dei casi, molto più pieni di quello che vi aspettereste, in fin dei conti si trovano su percorsi famosi e quando le condizioni sono buono vengono usati da molti alpinisti per rendere più agevoli lunghi itinerari.
Non disperate comunque, nella maggior parte dei casi i vostri nuovi compagni di stanza vi lasceranno ottimi ricordi e in qualche caso anche una lunga amicizia!